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Giocare con se stessi e con le parole. Fiaba brutta ma buona, meno di 100 ingredienti.

  • Immagine del redattore: Simona Platè
    Simona Platè
  • 31 gen 2021
  • Tempo di lettura: 1 min

Maltagliato ne combinava di cotte e di crude: formaggio e pere e sale in zucca.

Nel suo paese viveva come i cavoli a merenda.

“Parla come mangi!”, gli dicevano.

“Non si vive di solo pane!”, rispondeva.

Non pianse sul latte versato e partì.

“Ogni pentola ha il suo coperchio! Troverò il mio!”.

Incontrò innumerevoli paesi “Minestrariscaldata”, “Nonrompereleuova”, “Vinoannacquato”.

“Bleah!”, pensò.

Girò in lungo e in lardo, mangiò una cipolla, pianse e si addormentò, stracotto.

“Tiratisù!”, gli ordinò una gallina vecchia che passava di lì.

Maltagliato lievitò.

“Cade a fagiolo!”, pensò.

Sposò la gallina e creò un ottimo brodo.


 
 
 

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