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Immagine del redattoreSimona Platè

Fiaba del balcone che aveva paura di cadere

La vita dei balconi è proprio dura. Stanno tutto il giorno appesi in equilibrio instabile, lottando contro la forza di gravità. La maggior parte di loro vive ignara del pericolo e solo uno, il balcone della nostra fiaba di poche parole, si crede così intelligente da aver compreso la verità e si comporta di conseguenza. Ma avrà ragione?

Scopri, qui sotto, la storia di poche parole, un soffio di fiaba, del balcone che aveva paura di cadere.


C’era una volta un balcone che aveva paura di cadere. Abitava al quinto piano di un palazzo elegante. Il povero balcone non si fidava di nessuno. Temeva che gli uomini che l’avevano costruito non lo avessero attaccato bene al resto della casa. Si aggrappava con le unghie e con i denti alle pareti dell’edificio, non voleva vasi di fiori e tremava ogni volta che qualcuno si appoggiava su di lui. Aveva paura persino delle foglie cadenti d’autunno; non si sa mai dove vanno a finire. I balconi intorno a lui, fioriti, profumati e pieni di persone, lo prendevano in giro, ma lui rispondeva ai loro scherzi dicendo: «Un giorno capirete che ho ragione!». Passarono 10, 30, 50 e 100 anni e quel giorno arrivò. Piano piano tutti i balconi iniziarono a perdere i pezzi e a cadere. Il balcone li guardava stizzito pensando: «Ben vi sta!».

La cosa però che non gli tornava era che i balconi cadevano senza tristezza come se fosse naturale dopo tutto quel tempo lasciarsi andare al vuoto. Cadevano con un po’ di dispiacere, forse, ma senza rimpianti.

Quando rimase solo si sentì sicuro ma inquieto. Gli mancavano gli scherzi degli altri, i profumi che arrivavano dai loro fiori e le voci delle persone che li avevano vissuti. Sospirò di malinconia e poi si accorse che anche lui stava sgretolandosi. Comprese che qualcosa non aveva funzionato, che nonostante tutte le sue attenzioni stava facendo la fine degli altri. Ormai era talmente mal messo che bastava una piuma leggera per farlo cadere. Non ce la faceva più a sforzarsi di rimanere attaccato e così chiamò una coppia di colombi e gli chiese la cortesia di amarsi sul suo parapetto. La coppia accettò e non appena si appoggiarono su di lui il balcone sentì un’emozione così forte da valere una vita intera. Lasciò andare gli ultimi agganci che lo tenevano legato alle pareti dell’edificio e cadde serenamente verso terra accompagnato dal tubare dei colombi.

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